Slut Walk transfemminista frocia: ancora più indecorosə, mostruosə e favolosə!


Dopo la notizia dell’aggressione a un compagna che attraversa la nostra assemblea e ad altrə compagnə avvenuta sabato 29 a Palermo, abbiamo sentito l’urgenza di scendere in piazza per esprimere tutta la nostra rabbia e tutto il nostro amore con una slut walk (marcia delle puttane). Insieme a noi lo stesso giorno sono scesə con la stessa modalità compagnə della rete transfemminista queer anche a Firenze, Bologna e Rimini. Il giorno dopo anche Palermo si è mobilitata con un flash mob organizzato dal Palermo pride.

A Firenze e Rimini lə compagnə hanno subito a vari livelli intimidazioni e repressione da parte della polizia: a loro tutta la nostra solidarietà e complicità. Siamo esaustə e incazzatə per la violenza omolesbobitransfobica e misogina che dobbiamo subire ogni giorno, ma non smetteremo di scendere in strada: ci vorreste mortə, ci avrete ancora più indecorosə, mostruosə e favolosə!

La nostra marcia delle puttane è partita dai giardini (ir)reali e ha attraversato il centro cittadino, improvvisata e rumorosa, attraversata da strumenti e balli della Murga e dai cori transfemministi e froci.

La nostra prima tappa è stata sotto la sede della Rai di via Rossini, dove abbiamo ricordato a giornalarə e pennivendolə che le loro narrazioni tossiche su violenze e femminicidi ci disgustano, come ci disgustano i tentativi di normalizzare ed edulcorare le nostre relazioni, riportando dentro al dispositivo etero- e omo-normato della “coppia” anche quelle relazioni che quel modello cercano di mettere in discussione e strabordare.

Abbiamo proseguito affiancando la sede universitaria di Palazzo Nuovo, ormai invasa dalle multinazionali del fast food, per arrivare nella centralissima via Po, che abbiamo percorso quasi per intero. Qui gli interventi hanno ribadito che non saranno leggi punitive, istituzioni e polizie a farci sentire più al sicuro. Le strade più sicure le fanno le transfemministe e le frocie che le attraversano.

La marcia ha poi costeggiato piazza Castello, dove si teneva una manifestazione promossa soprattutto da associazioni di giuristə e per l’osservazione delle condizioni detentive, che aveva l’obiettivo di denunciare le violazioni dei diritti umani all’interno dei CPR. Nell’ultimo tratto del nostro percorso, prima di tornare ai giardini (ir)reali, abbiamo ricordato la nostra posizione riguardo ai CPR: i CPR non vanno riformati o resi più umani, vanno chiusi e distrutti, così come tutta la politica di gestione e controllo dei flussi migratori. È stato anche ricordato l’appuntamento per il presidio sotto al CPR del giorno successivo, chiamato dall’assemblea NO CPR Torino e dallo Sportello Il-legale.

Dopo la slut walk ci siamo riunitə in un’assemblea partecipata per iniziare a costruire insieme il Free(K) Pride del 10 luglio. Ci vediamo sempre ai giardini (ir)reali ogni venerdì fino al 10 luglio e il 26 alle 17 per i dialoghi su aborto e stigma (a Manituana).

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